In particolare, è interessante la storia relativa all’impresa ciclistica in cui si lanciò questo sportivo infaticabile. Dopo aver lavorato a Berlino presso la prestigiosa azienda Siemens e spinto dalla nostalgia di casa, decise di raggiungere Zagabria... in bicicletta. Per lui, i tour in bicicletta di mille chilometri erano però una bazzecola. Con il suo spirito inquieto, cerò quindi ulteriori sfide.
Nel 1897, desideroso di avventure, partì per un tragitto in bicicletta estremamente duro e lungo, esclusivamente auto-finanziato. Il viaggio cominciò il 9 maggio a Berlino e lo portò a spostarsi per l’intera Europa, fino all’Africa settentrionale; in otto mesi, percorse 17.323 km. Con una coppia di amici, gli svedesi Almrod e Mechler, pianificò un’impresa che lo avrebbe portato ad attraversa Germania, Russia e Finlandia in tandem con uno dei due, per poi arrivare a Stoccolma “dove ad aspettare c’era l’altro amico” e proseguire con quest’ultimo. Tuttavia, tra il dire e il fare c’era di mezzo il mare… Una volta giunti a Dresda, Almrod infatti dovette abbandonare l’impresa perché stremato.
Photo credit: Hrvatski športski muzej
Budicki non si arrese e contattò immediatamente una ditta di Brandeburgo per chiedergli di fargli trovare a Breslavia una bicicletta di marchio Alexander, con cui avrebbe proseguito il viaggio, da solo. Quindi, passando per Varsavia, giunse prima a Mosca e poi a Pietrogrado. A Peterhof era poi in programma una gara di ciclismo e, come se non bastasse ciò che aveva già fatto, Budicki si presentò come partecipante. Nonostante la stanchezza e il fatto che la bicicletta non fosse apposita per la corsa, arrivò primo e vinse un premio. La stampa zagabrese, che stava seguendo le sue avventure, avvisò la cittadinanza che il loro concittadino “in quanto slavo artefice di un’impresa, era stato accolto benissimo in tutta la Russia, soprattutto a Mosca e Pietrogrado”.
Sicuramente Budicki non conosceva la parola “riposo”. Attraverso la città danese di Viborg, raggiunse Helsinki, dove si festeggiava il decimo anniversario del club ciclistico finlandese. Secondo le testimonianze, “fu accolto anche qui molto calorosamente e fu addirittura omaggiato con una standing ovation”. Da Helsinki, si spostò in traghetto verso Stoccolma, quindi a Copenaghen, Amburgo e Brema. Nel prosieguo del tour, passando per Osnabrück, varcò il confine dei Paesi Bassi, spingendosi fino ad Amsterdam e Rotterdam. Dopodiché, proseguì alla volta del Belgio, in particolare di Anversa e Bruxelles.
Photo credit: Hrvatski športski muzej
Questo viaggio pressoché inimmaginabile di Budicki passò anche per Aachen, Colonia, Basilea, Berna e Lucerna, fino a raggiungere l’Italia. Dopo aver attraversato Milano e Torino, si diresse verso la Francia, ovvero verso Lione, Digione, Parigi, Calais e Dover; ovviamente, giunse fino a Londra. Dopo aver visitato l’intera Inghilterra, tornò in Francia, a Cherbourg, a Bordeaux e quindi... passò in Spagna. Dopo aver messo piede a Madrid, a Granada e nelle varie cittadine lungo il tragitto, prese un traghetto e giunse in Africa. Con un caldo torrido, passò per Algeri e Tunisi; quindi, prese un altro traghetto, questa volta verso l’Italia, e dall’estremo meridione risalì la penisola fino a Trieste. Da lì, infine, giunse a Zagabria.
Inutile dire che qui fu accolto da folle festanti. Per quanto sia incredibile, questa fu solo una delle avventure nella vita di Budicki.