Forse questa audacia, insieme alla carica data dai suoi 22 anni appena compiuti, lo premiò; tuttavia, d’altro canto, era ancor vivo il ricordo dell’infortunio della stagione passata. Infatti, qualche tempo prima, Ivica aveva portato a casa punti preziosi nello slalom, ma, durante l’allenamento per lo slalom gigante, si era infortunato al ginocchio e aveva dovuto sottoporsi a un’operazione, con conseguente riabilitazione. La stagione per lui si era conclusa così. In un secondo momento, verso aprile, aveva ricominciato ad allenarsi ed era arrivato alla Coppa del Mondo del 2001/2002 spinto da grande ottimismo. Aveva conquistato il 28° posto e i primi punteggi nello slalom gigante e si sperava in un suo buon piazzamento anche nel primo slalom della stagione.
In quella tappa di Aspen, la voglia di riscatto post-infortunio, la carica data dal recupero e il desiderio di affrontare brillantemente una nuova stagione, furono elementi inconsci, ma cruciali, nella lotta con le porte. Pur con un numero di partenza alto, Ivica arrivò al traguardo con un brillante settimo posto, a 85 centesimi di ritardo dal primo in classifica, l’austriaco Mario Matt. C’erano stati eventi di rimonta simili nella storia, ma le ambizioni volte a piazzamenti di vero prestigio si erano spesso spente. Tuttavia, Kostelić non si fece abbattere.
Nella seconda manche volò in pista con uguale determinazione e, mentre tutti, tranne i tifosi croati, si attendevano un suo errore dovuto alla grande pressione, Ivica stampò un tempo incredibile, conquistando il miglior crono, con 12 centesimi di vantaggio rispetto all’italiano Giorgio Rocca e 19 rispetto a Matt.
La vittoria o, come venne definito allora, il “miracolo ad Aspen”, inizialmente, non sembrò reale nemmeno a Kostelić. “Mi è sempre più chiaro che quanto ho fatto è veramente incredibile. Penso al tipo con il numero 64 sul podio e non ci posso credere che sia lì. Ma ci sta molto bene, vero?”, disse Ivica dopo la gara, festeggiando il trionfo indossando una maglia con la scritta “Non sono un genio”.
Ivica diede conferma delle proprie abilità anche il giorno successivo, sempre nello slalom, conquistando il quinto posto e indossando questa volta la pettorina numero 23, un numero decisamente migliore. Così, si inserì definitivamente nei grandi di questa specialità e, in tutta la stagione, si piazzò sempre tra i primi dieci dello slalom. Al termine della stagione nella località austriaca di Flachau, rispetto agli avversari diretti - Bode Miller e Jean-Pierre Vidal - conquistò il Piccolo globo di cristallo, in qualità di migliore slalomista della stagione.
Negli anni seguenti, Kostelić si specializzò nello slalom e nel combinato, ma fu uno dei pochi sciatori al mondo ad essere in grado di conquistare punti in tutte le discipline. Proprio questa sua versatilità, nella stagione 2011/2012, gli permise di vincere il Grande globo di cristallo e quattro medaglie d’argento nel Giochi olimpici invernali. Ma, con il suo “miracolo ad Aspen”, questo zagabrese detiene ancora oggi il suo record: il vincitore di uno slalom con il numero di partenza più alto in assoluto.
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